Le api al Parco Garbatella

Da qualche tempo il Parco ha dei nuovi ospiti fissi: due colonie di api, che abbiamo allocato nel frutteto in un'apposito recinto.
Un gruppo di entusiasti aspiranti apicultori ha dato vita a questa avventura. Perché?
Le api sono in grande crisi a causa dello smodato uso di pesticidi che si fa in agricoltura, e il numero di sciami presenti si è molto ridotto. Tenuto conto che dall'impollinazione, delle api e degli altri insetti, dipende anche quello che mangiamo, ci si rende conto della criticità della situazione.
Dopo i contatti con esperti apicultori e lunga riflessione, si è deciso di installare delle arnie non tradizionali, cosiddette "top bar",

 di forma diversa da quelle a cassetta che siamo abituati a vedere.

 Perché questa scelta? Da quanto abbiamo capito, informandoci, queste arnie permettono alle api di adattare l'ambiente a loro e non viceversa, per cui sono anche più tranquille e meno aggressive verso gli apicultori che le curano. Per ora, non possiamo che confermare questa "tranquillità": nessuno del gruppo apicultori è stato punto, anche durante le operazioni più fastidiose per le api stesse.

Dei marziani si aggirano intorno alle arnie: gli apicultori, anche se le api sono più tranquille, devono comunque proteggersi con tute e cappelli che permettono di vedere solo atrraverso una retina, e guanti.
Anche se queste arnie non sono strettamente orientate alla produzione industriale del miele, pensiamo di poterne ricavare, quando i due sciami si siano bene ambientati e siano entrati a regime.
E' una grande soddisfazione vedere le api che stanno lavorando: la regina depone migliaia di uova, le api operaie allevano le larve, raccolgono il polline, producono il miele, difendono l'alveare dagli attacchi esterni. Insomma, come in un gioco di scacchi, occorre proteggere la regina (non il re) e portare avanti la vita dello sciame.
Trepidazione per la presenza di parassiti, che vanno contrastati con opportuni trattamenti che però non debbono "inquinare" il miele, preoccupazione per gli assalti da parte dei calabroni che vorrebbero saccheggiare il miele. Insomma, la vita dell'apicultore non è rose e fiori.

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